PIATTAFORMA: Netflix
IDEAZIONE: Hanno Hackfort, Bob Konrad, Richard Kropf
CAST: Jella Haase, Dimitrij Schaad, Julius Feldmeier, Marta Sroka, Vincent Redetzky, Vladimir Burlakov, Thandi Sebe, Yun Huang, Alessija Lause, Jürgen Heinrich (…)
GENERE: azione, poliziesco, drammatico
PUNTATE: 8

Guarda la videorecensione di “Kleo” (Netflix)

“Kleo” è una produzione originale Netflix tedesca in 8 episodi nella quale realtà storica e fantasia si mescolano per creare una storia ambientata dopo la caduta del muro di Berlino. Si tratta di una spy-story che riprende la “mitologia” della DDR in un’ottica, a mio parere, un po’ fumettistica. La protagonista è un’assassina della STASI: il Ministero per la Sicurezza di Stato, ovvero l’organizzazione di sicurezza e spionaggio della Repubblica Democratica Tedesca. Kleo viene mandata a Berlino Ovest per uccidere un traditore ma, al suo rientro, viene arrestata e sbattuta in carcere senza spiegazioni. I “suoi” la tradiscono: superiori, colleghi e pure il suo caro nonno, che testimonia contro di lei. Passano due anni e il muro di Berlino viene abbattuto. Lei viene rilasciata e inizia il suo viaggio in cerca di risposte e di vendetta. Sulle sue tracce un poliziotto dell’Ovest convinto che ci sia molto di più dietro ad un omicidio, archiviato troppo velocemente e di cui è stato testimone. Non aggiungo nulla per non spoilerare.
Cosa ne penso? “Kleo” è una serie, a mio parere, particolare a cominciare dal disclaimer che compare prima che la narrazione inizi, ovvero: “Questa è una storia vera. Nulla di tutto questo è accaduto davvero”. Direi che già da questi primi istanti si capisce subito che si sta per vedere qualcosa di (volutamente) indecifrabile e indefinito che gioca a fare dentro e fuori dalla storia per costruire un gioco di spie improbabile ma, proprio per questo affascinante. Improbabile anche perché da una letale killer della STASI mi sarei aspettata una maggiore abilità nello sparire, nel prevedere alcune situazioni e nell’architettare una vendetta un po’ più strutturata.
Improbabile perché in alcune puntate, poco prima che inizi una scena di lotta viene introdotto un elemento “disturbante”, nel senso che c’è un cambio di registro che si inserisce, secondo me, disturbante (che sia un accenno di tango o di incontro di sumo). Il racconto si dipana leggero e divertito, seguendo il poliziotto, un po’ sfigato, Sven che si comporta come se fosse sul set di una serie tv americana anni ’80 alla “Miami Vice”, come anche la colonna sonora sembra sottolineare. “Kleo” non pretende di essere un capolavoro ma è un ottimo prodotto di intrattenimento. Una serie stramba, diversa dal solito, improbabile ma che per questo ho trovato affascinante e che comunque ti tiene incollato fino alla fine.

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Author: VISIONAIR

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