REGIA: Giacomo Cimini
CAST: Sergio Castellitto, Lorenzo Richelmy, Anna Foglietta, Gianluca Gobbi, David Coco.

 

Prima di ascoltare o leggere la mia recensione di “Il Talento del Calabrone”, diretto da Giacomo Cimini e disponibile su Amazon Prime Video, devo confessarvi un dettaglio che mi riguarda e riguarda questo film molto da vicino. Per una vita ho lavorato in radio e ho anche lavorato per lo stesso gruppo di Radio 105, dove è ambientato questo thriller.
La storia è quella di un uomo a bordo di una macchina sulla quale è piazzata una bomba, che chiama la radio e minaccia di suicidarsi mentre è in giro per Milano. Non vi dirò nient’altro per non spoilerare, se avete intenzione di guardare “Il Talento del Calabrone”.
Cosa ne penso? Beh, innanzitutto da “addetta ai lavori” devo dire due cose. La prima è complimenti a 105 perché a livello di visibilità è un colpo gobbo. Però devo anche aggiungere che spero per la radio che non diventi un boomerang, anche se si sa: “anche male, ma che se ne parli!”.
La seconda cosa che mi preme dire è insieme una preghiera e un rimprovero: ma possibile mai che il cinema non riesca a portare in scena la radio in modo credibile o minimamente aderente alla realtà? Ma dai! Ma per favore! Ma quando mai?! Tralasciamo la composizione del team in studio. Se parlate di ascolti però, almeno in modo superficiale, avete il dovere di documentarvi su come si misurano. Ci vogliono mesi per sapere quante persone stanno ascoltando e non scendo nei dettagli. Almeno due lire per un consulente, per capire come funziona la giostra, si potevano spendere.
Entriamo nelle note dolenti che più hanno a che fare con il cinema. Partiamo dagli attori e dal Richelmy che interpreta il conduttore. Ammazza che trombone inverosimile! Fatevelo dire da chi, per mestiere, ha anche avuto la responsabilità di selezionare e valutare dei conduttori: uno così non lo avrei mai preso! Il personaggio suona subito come costruito e falso come il nome che porta: Steph. Ma che nome è? Stefano, magari lo abbrevi con Sté. Ma vabbè: dettagli. Il fatto è che pure Anna Foglietta porta in scena un colonnello esagitato ed esagerato, così fuori dalle righe da risultare stonata. Per fortuna che c’è Sergio Castellitto, altrimenti sarebbe da spegnere tutto dopo 5 minuti! Castellitto sembra Pelè che gioca all’oratorio.
Archiviamo gli attori e arriviamo alla sceneggiatura. Non voglio sparare sulla croce rossa e quindi dico solo che è sconclusionata e si respira del gran pressapochismo. Peccato, perché c’è un bel colpo di scena finale ma risulta buttato via per la troppa fretta di arrivare alla conclusione. Il twist della trama da la sensazione di esser stato appiccicato come un post-it. Davvero peccato perché il tema del bullismo è importante. L’intento era encomiabile ma si sa: la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni.

 

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Author: VISIONAIR

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