Una nostra amica giornalista, Eri Garuti, vive in Francia e ha avuto l’occasione di vedere per noi “Il Caso Spotlight”, già uscito in diversi Paesi. Pubblichiamo la sua recensione e la ringraziamo di cuore.

Spotlight, ovvero tutto ciò che i giornalisti invidiano. Spotlight è un team di reporter che possono permettersi il lusso di concentrarsi per mesi, tutti insieme, su una sola inchiesta. Diversamente dalla maggior parte dei giornalisti, questi cronisti hanno a disposizione tutto il tempo necessario per incontrare testimoni, raccogliere documenti, capire e approfondire la questione. E i risultati si vedono. L’inchiesta raccontata dal film vinse il premio Pulitzer, nel 2003. Ma soprattutto sollevò il velo sulla verità più scomoda della Chiesa cattolica: una schiera di preti pedofili a Boston, rimasta nell’ombra per molti anni grazie a un insabbiamento di cui, secondo la ricostruzione del Boston Globe, era responsabile anche l’Arcivescovo Bernard Law. Lo scoop, come si legge nei titoli di coda, non ha impedito al Vaticano di trasferire Law in una sede ancor più prestigiosa (Santa Maria Maggiore, a Roma).
A proposito dei titoli di coda, è curioso osservare che riportino il consueto disclaimer “Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale”, pur se all’inizio del film un’altra scritta rivendica che sia basato su fatti reali, come del resto viene ribadito in tutte le interviste. L’aderenza alla storia reale è voluta anche nella scelta del cast, vista la notevole somiglianza tra i veri protagonisti della vicenda e gli attori scelti per interpretarli. Mark Ruffalo, Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Schreiber, John Slattery, Brian d’Arcy James e Stanley Tucci sono credibili nei loro ruoli e non solo per la somiglianza fisica. Ruffalo, in particolare, è efficace nel rendere lo stato d’animo esplosivo di un credente che si sente tradito dalla Chiesa.
Convincente anche la regia di Tom McCarthy, con la storia che parte un po’ in sordina, nella routine quotidiana di un giornale locale, per poi svilupparsi in modo sempre più avvincente e coinvolgente per lo spettatore. Spotlight merita decisamente le sue sei nomination agli Oscar. Ci piace pensare che riesca anche a far capire cos’è il giornalismo o almeno cosa dovrebbe essere.

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Author: VISIONAIR

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