La Mostra del Cinema di Venezia si è conclusa con il Leone d’Oro assegnato a “The Woman Who Left”, film molto impegnativo di 3 ore e 46 minuti diretto dal filippino Lav Diaz. Bianco e nero, camera fissa, sequenze di circa un minuto l’una, racconta la storia triste di una donna di mezza età che si trova costretta a ripercorrere la sua vita a ritroso dopo essere stata reclusa ingiustamente per trent’anni in un carcere. (Il film è liberamente tratto dal racconto “Dio Vede Quasi Tutto, Ma Aspetta” di Tolstoj.)
Il presidente di giuria Sam Mendes ha spiegato: “Abbiamo riconosciuto in tutti i film che abbiamo premiato l’essere senza compromessi, l’audacia, la voglia di osare. E’ un film che ha creato in noi moltissimo entusiasmo. Del suo futuro in sala non abbiamo parlato, ma penso che un premio a un grosso festival aumenti le possibilità di far vedere a un pubblico più vasto film originali, come questo”.
Cosa ne penso? Male, per dincibacco! Capisco l’intento ma questo vuol dire tradire sempre di più la natura stessa di ciò che dovrebbe essere un Festival… ogni tanto vale la pena ricordare cosa significa la parola:
fèstival (alla fr. festivàl; raro festivale) s. m. [dall’ingl. festival ‹fèstëvël›, che è dal fr. ant. festival ‹festivàl› «festivo», lat. mediev. festivalis]. – 1. Festa popolare, spesso all’aperto, con musiche, balli, luminarie. 2. Serie di manifestazioni e spettacoli, musicali, teatrali, cinematografici, per lo più periodici: f. della canzone, f. del cinema; il f. di Sanremo, di Cannes, ecc. Con uso più partic., f. scacchistico internazionale, manifestazione agonistica che comprende un distinto torneo di scacchi per ognuna delle varie categorie. (Treccani.it)
Festival: festa popolare. Davvero? Sarà… ma a me sembra sempre di più il ritrovo di un’élite che si scambia grandi pacche sulle spalle ma che, in realtà, non coinvolge e non emoziona e, di conseguenza è lontana dalla vita. Esercizio di stile. Gara di calligrafia. Concorso di bellezza per “nature morte” (nonostante gli sforzi, molto apprezzati, di rendere il red carpet sempre più interessante per il pubblico). C’è molta più vita e cultura (del cibo e delle tradizioni) in un festival del cinghiale. Uso – forse – toni forti… lo riconosco… ma lo faccio per amore. Un amore che si sente un po’ tradito perché, per me, il cinema è emozione e comunicazione… e la comunicazione è condivisione.
Ci sono stati film che hanno provocato ed emozionato ma, come al solito, vengono snobbati ed etichettati come “roba da pubblico”. Unica eccezione la Coppa Volpi ad Emma Stone per la migliore interpretazione femminile in “La La Land” di Damien Chazelle.
Molto più vicini al “pubblico sentire” i premi assegnati dai siti italiani di cinema. Il Mouse d’oro al miglior film in concorso è stato assegnato a “Jakie” di Pablo Larraín. Mouse d’argento, al miglior film fuori dalla competizione è andato invece ad “Austerlitz” di Sergei Loznitsa. Intanto io cerco le date della sagra del cinghiale di Riparbella!
Premi di #Venezia73:
Gran Premio della giuria: “Nocturnal Animals” di Tom Ford.
Leone d’argento per la migliore regia: ad ex aequo Andrei Konchalovsky per “Paradise” e ad Amat Escalante per “La Region Salvaje”.
Leone d’argento per la migliore regia a Venezia 73 va ex aequo ad Andrei Konchalovsky per il film Paradise e ad Amat Escalante per La Region Salvaje.
Premio Orizzonti per il miglior film: “Liberami” di Federica Di Giacomo.
Coppa Volpi miglior attrice: Emma Stone per “La La Land” di Damien Chazelle.
Coppa Volpi miglior attore: Oscar Martínez per “El Ciudadano Ilustre”, di Mariano Cohn e Gastón Duprat.
Premio Marcello Mastroianni miglior attore emergente: Paula Beer per “Franz”, di Francois Ozon
Premio per la miglior sceneggiatura: Noah Oppenheim per “Jackie”, di Pablo Larraín.
Premio Speciale della Giuria: “The Bad Batch”, di Ana Lily Amirpour
Leone del Futuro, Premio Luigi De Laurentiis per un’Opera Prima: “The Last of Us”, di Ala Eddine Slim.
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